L’ultimo abbraccio

Ho avuto fiducia

come la spugna crede all’acqua quando ha sete

ma mentre le mie orecchie

e tutte le fragilità che hai saziato sorridevano felici

il mio sentire in direzione opposta mi muoveva

.

Volevo il sole

e di questo mi parlavi

-ti avevo donato le chiavi-

ma tra le tue parole e ciò che percepivo

c’era quella vastità salvifica che divide sempre i poli opposti

.

E intanto il Cielo mi osservava

mentre mi districavo incerta

tra ciò che volevo veramente

e l’incapacità di affermare quel sano NO

che così tanto faticava a venir fuori

.

Il ruolo che continuavi a interpretare

non abbracciava la limpidezza del ruscello

-come credevo-

eppure il timore di perdere quel nulla

continuava a soffiarmi quintali di oblio sugli occhi

.

Ma poi il tempo ha maturato i frutti e la bilancia

pendendo spudoratamente sull’unico piatto  veritiero

come se fosse acqua gelida di montagna

mi ha destato malamente

su una realtà dura come il marmo

.

E i petali di rosa allora

si sono fatti spine aguzze

e l’odore così tanto amato tanfo insopportabile

che prima mi ha smembrato

e poi dall’incantesimo mi ha sciolto

.

tiziana mignosa

giugno duemilaventitre

.

Note: questa poesia vuole essere un invito a cogliere i segni, prima che sia troppo tardi, perché ci sono sempre e ci portano a capire quando una persona mente. Dare ascolto alle nostre percezioni, più che alle parole che ci vengono dette, spesso significa evitare il peggio.

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Riceve menzione di merito al concorso letterario Sotto il cielo di luglio, 8 luglio 2023

Lascia che sia

Non fermare il flusso

che vuole scorrere liberamente

anche se la paura avanza

mentre i punti di riferimento sfumano

e neanche a te stesso

scegli di raccontarlo

.

Perché anche se ti farai bastone

che lesto s’intrufola tra la frenesia dei raggi

che verso una meta che non comprendi avanzano

essi continueranno a inghiottire strada

perché ciò che deve

arriverà comunque

.

E a poco serve se il destino

agirà senza chiederti il permesso

o avrà già concesso con i suoi piani all’acqua

il desiderio di irrorare altra terra ancora

perché con le sole mani non puoi di certo

arrestare il torrente che liberamente avanza

.

A cosa servirebbe condizionare

col desiderio tuo un desiderio opposto

se non quello d’ottenere una falsa verità

un fiore di plastica che di certo non alberga

nel paniere delle specialità

che vuoi portare a casa

.

Se all’autenticità aneli

sii neutra come la saponetta che lava

senza per questo lasciare traccia

semplice spettatrice che il guinzaglio ai demoni fa indossare

quando dalla cantina sorgono e di muffa odorano

e intanto la lingua che non ricordi urlano

.

Raccogli i dati come farebbe il saggio

quando da solo il suo dolore in silenzio urla

fai come se fossero petali

anche se sono rovi

fanne semplice collana che indosserai

o nel cassetto dei ricordi abbandonerai

.

Lascia che sia

.

tiziana mignosa

dicembre duemilaventidue

Cos’è la felicità sulla terra?

La felicità sulla terra

è solo un calice di cristallo

colmo di poche gocce

e tu hai sete

tanta sete

-ogni essere ha sete-

e si costruisce la sua ragione 

mentre senza neanche dirlo a se stesso

la cerca ovunque

anche tra i rifiuti come se fosse un ratto

.

Eppure hai le ali

ma hai dimenticato a usarle

nel tempo in cui hai perso il sorriso

scivolando giù dal sentiero verso il cielo

mentre a fatica scalavi i tuoi giorni

.

Cos’è la felicità sulla terra

se non lo specchio sbiadito

di un cielo azzurro annegato

in una pozzanghera di acqua putrida?

.

E persino i sassi che in essa cadono

tentano ancora di farti comprendere

mentre in cerchi concentri

la verità della loro reale natura esprimono

 che è solo un riflesso

e non il cielo che così tanto brami

.

Sognare il paradiso e vivere nell’inferno

-pare qui sia la norma-

o peggio stazionare sulla ruota impazzita del lunapark

quando ti forza a sperimentare

prima la magnificenza delle alture incontaminate

e poi il freddo degli abissi che ti lacerano

riducendoti in miliardi di pezzi

che non comunicano più

e vorresti scendere

-ma non ci riesci-

.

Cos’è la felicità sulla terra

se non l’illusione di un attimo

mentre la guardi estasiata

e la vedi che ti sfugge

come fa il tramonto

che prima t’incanta e poi ti abbandona

mentre la notte avanza

e ti inghiotte senza pietà alcuna

.

E continui a fissare quella pozzanghera

forziere senza sfarzo dell’azzurro

non è menzognera perché in effetti ti parla di sé

ma tu continui a voler credere che sia il cielo

-pur sapendo che ti stai raccontando un’altra favola-

solo per poter attingere ancora

a qualche goccia di vana gioia

.

Cos’è la felicità sulla terra?

.

tiziana mignosa

diciannove dicembre duemilaventidue

Amore di burro

a

Amore di burro

( Sulle note di Moonlight di Yirume)

.

Quando un amore s’interrompe senza finire

è come un giorno difettoso che all’alba muore

desiderio come burro al fiele

annega dentro il latte a colazione

.

Con gli occhi appena schiusi e la brama di afferrare la tua gioia

senza il fardello che giunge quando è sera

si è già conclusa l’intera giornata

e non l’hai neanche assaporata

.

Gioco d’artificio assai spedito

ti esplode senza aspettare nel taschino

bambino promettente che a casa fa ritorno

perdendosi però d’essere adulto

.

E’ il cerchio variopinto  

che ha smarrito la sua coda

e senza essere vissuto

è il sogno più lucente evaporato nell’attesa

.

tiziana mignosa

novembre duemilanove

.

http://www.youtube.com/watch?v=99GyFmnH59s

Lucy lo sa bene e anche per questo è morta

 

a

Chi anche solo le labbra ha poggiato

sul calice prezioso dell’Amore

sa bene cosa accade

quando il battito l’incanto sovrappone

.

Gli innamorati

la loro danza cantano

oltre il cancello del tempo e dello spazio

Lucy lo sa bene e anche per questo è morta

.

Eclissi che solo raramente si concede

ma quando l’allineamento è ben sincronizzato

nel poco il tutto dona

ma poi si perde

.

E il dopo si fa inutile confronto

disperate gocce

che la maturità del seme fino allo sboccio nutrono

dannazione che si trasforma in caldo sole

.

come il tuffo

che dopo l’intensità del tonfo

in quel preciso punto la sua morte sigla

per poi mostrarsi altrove

.

tiziana mignosa

marzo duemiladodici